martedì 28 gennaio 2014

Il fenomeno delle cam girls continua a crescere















ritornata dall’ufficio, ha appena finito di preparare la cena al marito. In camera da letto apre l’armadio, sceglie l’ultimo completino intimo di pizzo nero che gli ha regalato proprio il marito per l’anniversario di matrimonio. Le è sufficiente un pc, una webcam e lo spettacolo può iniziare è una cam girl da circa un anno ed è solo una delle tantissime ragazze che si spogliano davanti a una webcam. A volte, infatti, sono proprio le madri di famiglia che, per far fronte alla crisi economica, scelgono di farsi vedere in videochat. Più spesso sono giovani e avvenenti studentesse, soprattutto fuori sede, che per sostenersi negli studi, diventano spogliarelliste on-line.

Nell’ultimo anno il fenomeno delle sexy cam girls ha conosciuto una vera e propria esplosione: quasi ogni giorno, ormai, spunta un nuovo sito che offre spettacoli a luci rosse attraverso webcam. E ce n’è davvero per tutti i gusti: donne che si masturbano o che si intrattengono con il proprio partner; altre che accondiscendono alle più disparate fantasie erotiche e alle richieste più estreme degli utenti, come di quelli che chiedono di assistere a pratiche di zoofilia. Per non parlare dei cam boys, i ragazzi che si spogliano per il piacere del gentil sesso o che si esibiscono in rapporti omosessuali.

Il giro di affari che si nasconde dietro a questo fenomeno sembra essere davvero milionario, come affermano le stesse spogliarelliste, alcune delle quali hanno rivelato di riuscire a guadagnare fino a 4 mila euro al mese. Per iniziare a lavorare è sufficiente iscriversi a una delle migliaia di piattaforme on-line di servizi erotici a pagamento. Gli utenti in genere acquistano dei crediti che possono poi utilizzare per assistere alle esibizioni. Un minuto di show può arrivare a costare a un utente anche 3-4 euro. Alcuni utenti, pur di soddisfare le proprie fantasie, sono disposti a pagare cifre elevatissime con le quali assistono a spettacoli personalizzati.

I guadagni delle cam girls sembrerebbero, quindi, facili ed elevati. Eppure pare che le nuove e indefesse lavoratrici del web non siano esenti da rischi e da problemi derivanti da una attività per nulla regolamentata. Infatti, mentre i gestori dei siti hanno i conti e la sede legale dell’attività all’estero, la professione della cam girl non è riconosciuta dallo Stato, a differenza di quella della spogliarellista dal vivo, che gode dello status professionale di artista. In altre parole le cam girls evadono il fisco e sono considerate alla stregua di prostitute. Purtroppo, però, i problemi non finiscono qui. Di fronte alla crescente competizione tra le procaci cam girls, infatti, i gestori dei siti, come impone l’inesorabile legge della domanda e dell’offerta. riconoscono percentuali di guadagno sempre più basse. Per riscuotere i guadagni mensili alcuni siti prevedono addirittura che le cam girls raggiungano un incasso minimo.

La cam girl, infatti, spesso si esibisce a volto coperto, mostrandosi allo spettatore come semplice oggetto sessuale. Mentre, priva di identità, guarda se stessa proiettata su un monitor, si attiva in lei un processo di sdoppiamento della personalità. Finisce infine per desiderare, a sua volta, vedere il volto del cliente. Si innesca, così, un meccanismo erotico in cui si realizzano esibizionismo e fantasie erotiche. Cam girl e cliente, al quale tocca pagare profumatamente le esibizioni, diventano entrambi protagonisti e oggetti sessuali di un costosissimo e perverso gioco erotico.

sabato 18 gennaio 2014

Identikit di una webcam girl: socioeconomia, privacy, erotismo, diritti

Chi sono gli utenti in termini di caratteristiche socioeconomiche?

Ti posso dire che da quel che ho notato io sono in massima parte trentenni diplomati, fidanzati o sposati con figli piccoli e mogli che lavorano e sono sempre troppo stanche per poter fare sesso. Poi vengono i quarantenni, alcuni laureati, pochi ventenni e 50enni ma che comunque ci sono. Ed infine pochissimi 60enni.
Molti di loro, sto parlando dei 30enni soprattutto, si spostano molto per lavoro e perciò cercano sul sito, anche ragazze disposte ad incontrarli a pagamento. Io non faccio incontri ma mi diverto a mostrarmi tentata per vedere quanto sarebbero disposti a pagarmi. In media offrono 100 l’ora o a triplice prestazione (orale/anale/vaginale) ma c’è anche uno che si è spinto ad offrirmene 500, ed uno che mi ha proposto di darmene 100 solo per conoscermi di persona, in un locale pubblico.
Ci sono persone che di punto in bianco ti chiamano in pvt ma per la maggior parte prima del privato amano intrattenersi in chat per fare amicizia e discorrere non solo di sesso. Certo non si trattano argomenti elevati, si parla di musica, cartoon, spettacolo, fotografia, prevalentemente, o di figli che si ammalano; di politica si parla poco, e l’orientamento è misto. Non tutti chiedono di mostrare il viso e se lo fanno è perchè vogliono vedermi godere. Non tutti mostrano il loro: più spesso se aprono la cam è perchè vogliono esibirsi a loro volta e quindi mostrano solo il pene. Alcuni di loro hanno compagne che non fanno sesso in assoluto: non lo fanno più o non l’hanno fatto mai, e loro per non tradirle si sfogano in pvt. Non tutti fanno pvt; a molti piace semplicemente trovarsi in compagnia di belle ragazze con cui chattare e distrarsi dal lavoro e le preoccupazioni. Alcuni chiedono consigli e pareri sul comportamento sessuale delle loro partner.

Quanto questa esperienza ti gratifica e ti fa stare bene con te e con il tuo aspetto?


Premetto che non sono una dea, ma la cam nasconde tutti i miei difetti: rughe, cellulite, smagliature, anche i peli superflui (evviva!) pure la pancia anche se dipende più che altro dall’abbigliamento e dalla postura. Gli utenti che mi scelgono quindi mi vedono perfetta e mi riempiono di complimenti. Ciò non può che farmi piacere 




Quanto favorisce l’equilibrio erotico e la sessualità con tuo marito?
Molto: lui va al lavoro supereccitato perchè mi vede invece che in jeans o leggins, in sottoveste o babydoll, tacchi alti ed autoreggenti. La sera a letto o in un momento della giornata in cui i bambini non ascoltano, ci raccontiamo le nostre giornate di lavoro e la mia è sempre molto divertente.

E’ legale?


Mi chiedi se è legale? Io credo di si altrimenti il sito sarebbe stato oscurato e la tipa del libro non avrebbe potuto menzionarlo, o almeno così credo io. Forse ti riferivi al fatto di farlo in proprio? Cado dalle nuvole, peggio ancora. Ma anche in questo caso, almeno così come faccio io, senza coinvolgere minori o terzi inconsapevoli (tipo, che so, mettere una cam nascosta per spiare le mie amiche in bagno…;-) ) credo che sia legale, oltretutto ho anche il consenso del coniuge, sia pure solo orale.

Che tempi di lavoro ti dai? E’ un part time? Full time?

Lavoro quando posso; prevalentemente la mattina, o molto presto, appena depositati i pupi a scuola, oppure sul tardi, quando gli utenti del sito e quelli che mi vogliono in proprio sono in pausa pranzo. Le ore centrali della mattinata non sono di solito proficue, perchè a quell’ora gli uffici ed i negozi sono pieni di gente ed i miei clienti hanno poca privacy. Se però non ho niente da fare, in chat o su skype e messenger entro lo stesso, anche solo per stare in compagnia; la casalinghitudine porta molta solitudine. Se non sono troppo stanca lavoro anche la sera nei prefestivi ed appena i pupi mi lasciano la casa libera, a volte nel pomeriggio.

Che ne pensi di pregiudizi tipo che “se fai lavori del genere finisci male”?

Credo che chi fa tali distinzioni non sia davvero femminista oppure che si tratti di donne cattoliche su cui pesa ancora tanto l’idea che il corpo sia un dono di Dio e non qualcosa di nostro di cui poter disporre come vogliamo.

 Il sito preserva la tua privacy e ti aiuta a mantenere l’anonimato?

Il sito si, preserva la mia privacy e mantiene il mio anonimato, ma la maschera me la sono procurata io, e il sito potrebbe fornirci di un’opzione per darci la possibilità di “mascherarci” elettronicamente, come si può fare scaricando i programmi tipo manycam o simili. Il sito dà la possibilità di vendere racconti erotici scritti da noi, ma non possiamo apporvi un nome e cognome alla fine. Se ce ne dimentichiamo e lo firmiamo, non viene approvato e quindi non viene caricato. Abbiamo la possibilità di essere “oscurate” nella città o Paese desiderato. Se non lo decidiamo noi, non viene visualizzata la nostra provenienza. Anche l’età può essere modificata a nostro piacimento.
Se casomai un utente filma un nostro pvt o show, non può metterlo in rete perchè sopra risulta apposta la sigla del sito. Se lo fa quindi viene perseguito dal sito per legge.
L’unico problema è che una volta che mettiamo in vendita i nostri contatti, possono finire nelle mani di chiunque; certo non siamo obbligate a fare pvt con loro, ma dobbiamo comunque chattare, e nel caso di pvt non abbiamo la certezza che le nostre performance non finiscano in rete.

 Come potrebbe reagire il contesto in cui vivi se sapesse?

Perchè vivo in un ambiente dove, a parte le amiche che mi sono scelta, il femminismo non è ancora arrivato, poche donne sono autonome dal marito, non solo in termini economici.

Una mi ha detto: “io se avessi bisogno, non farei mai quello che fai tu, ma invece farei la colf perchè credo che ogni lavoro abbia una sua dignità” tranne appunto io mio evidentemente Poi perchè sempre questo accomunare e spareggiare fra colf e lavoro con il corpo? (A parte il fatto che poi se riflettiamo bene col mio lavoro io non vendo il mio corpo ma solo la sua immagine) Forse perchè sono 2 lavori prevalentemente femminili considerati al gradino più basso della società. Secondo me però c’è n’è di peggiori, e sono invece prevalentemente maschili: l’espurgo fogne e pozzi neri, e le Pompe Funebri. Io credo sia molto meglio pulire un cesso altrui piuttosto che disintasare la sua fogna, e che sia più auspicabile permettere che un estraneo ma vivo, entri a contatto col mio corpo invece che io debba dover toccare un cadavere, per vestirlo, truccarlo (come fanno in America) trasportarlo. Fermo restando che do dignità a tutti i lavori, anche quelli che preferirei evitare di svolgere. Dopodiché – sempre a proposito di questa distinzione tra colf e lavoratrice sessuale – mi capita di vedere com’è fatto quell’altro lavoro e mi viene in mente che sono fortunata ad averne trovato uno di tutto riposo che si fa direttamente dal proprio letto. Tanto siamo entrambe discriminate, la colf e io, solo che lei non può nasconderlo a quelli che non sono i suoi clienti e io si, e lei, specie d’estate, deve sudare moltissimo, mentre io sto svestita e soffro meno il caldo.